LA PROMESSA






“Poi il Signore apparve a Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo.
 Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto». Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: È là nella tenda». Riprese: Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio.

La leggera brezza della sera dava sollievo ad Abramo, il pellegrino padre di molti popoli.
Abramo si sentiva un po' stanco nella calda giornata, alla sua veneranda età quel caldo del deserto non era certo salutare per lui mentre se ne stava seduto sulla soglia della sua tenda.
Il Patriarca Abramo aveva cento anni e il vivere sotto la nomade tenda era diventato per lui e Sara un poco difficoltoso!
 Due persone avanti con l’età ma sempre forte nel Signore.
Abramo aveva una grande fede in Dio che lo sosteneva e gli dava forza giorno dopo giorno.
Quel venticello fresco della sera, che proveniva dalle alture all’est dell’accampamento, gli portava un poco di ristoro in quella giornata storica.
Il sole del deserto non scherzava, quella sera Abramo se ne stava seduto davanti alla sua tenda sotto le querce di Mamre gustandosi l’aria fresca della sera mentre guardava lontano verso l’orizzonte.
Il sole si era tuffato dietro le rosse dune del deserto, lasciando dietro di se i colori caldi del deserto, nell’immense distese di sabbia di color ocra, e il silenzio della sera.
Abramo pensava al giorno passato, ma suoi pensieri erano tutti rivolti verso il Signore, verso il suo Dio.
Abramo aveva quasi cento anni, ma il suo vigore nel Signore era ancora tanto, mentre Sara gli porta una caraffa con l’acqua per potersi dissetare dalla calura del giorno, il grande Patriarca, padre della fede, vide da lontano tre ombre all’orizzonte che si stavano avvicinando all’accampamento mentre si dirigevano verso la sua tenda.
Quelle tre figure non erano molto distinte, per la loro lontananza.
Abramo si asciugò la fronte del sudore, socchiuse le palpebre stanche per vedere meglio,  se tutto quello che vedeva era frutto della sua stanchezza, oppure  ciò che vedeva  fosse uno scherzo della sua immaginazione  dovuto al grande caldo della giornata, si avvicinavano e si facevano sempre più distinte non c’erano dubbi, erano proprio tre figure di uomini vestite di un bianco splendente che si avvicinavano alla sua tenda.
Abramo sentiva il suo cuore battere sempre più forte come non mai e non capiva il perché!
Ora non c’erano più dubbi, erano tre uomini splendenti come il sole, che venivano da lontano, da molto lontano! 
 Tre pellegrini che avevano attraversato il deserto a piedi, ma non sembravano per niente stanchi e i loro abiti erano di un candore incandescente senza polvere o macchia alcuna, i loro piedi non mostravano segni di piaghe o di ferite alcuna.
Camminavano con i piedi nudi sulla sabbia rovente, ma la terra del deserto non gli procurava nessun fastidio, ora quei tre uomini si trovavano di fronte ad Abramo e gli sorrisero!
Abramo si alzò con il cuore che sembrava volesse uscire dal petto da un momento all’altro ma rimase fermo sulla porta della sua tenda non riuscendo a dire una parola, mentre una dolce voce dello straniero gli rivolge il saluto divino: <<Shalom Abramo!>>
Abramo si prostra con la faccia a terra, quella voce così dolce ma ferma allo stesso tempo, incuteva rispetto e timore!
 «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo».
E Dio sorrise ad Abramo!
 Abramo andò nella sua tenda col cuore che ardeva.
«Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mente ‘egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture? “ (Luca 24:32)
 Abramo non sapeva il perché di tanto onore, ma capiva, sentiva che quel giorno Dio lo aveva visitato!
 Chiamò Sara sua moglie ormai anche lei avanti con l’età, e gli disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce», mentre i tre pellegrini se ne stavano seduti all’ombra della grande quercia di Mamre.
Poi Abramo uscì dalla sua tenda e si accostò vicino ai suoi ospiti e disse <>>
E Dio benedisse Abramo.
Dio domanda:<>
E Abramo rispose :<< Nella tenda a preparare le focacce e il vitello per IL mio Signore!>>
E Dio guardò con amore Abramo negli occhi, gli poggia la mano sulla testa, lo benedisse e promise:
<<Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara tua moglie avrà un figlio>>

“E Sara sorride della promessa
l’orecchio aveva udito l’impossibile!
La tenda disfatta di Sara
non era più feconda!
Sara sorride della promessa
e Dio chiede: perché?
c’era qualcosa di impossibile al Signore?
E dopo il tempo di Dio,
Isacco, il figlio della promessa,
sorride a sua madre Sara!”
.
 Il Dio in cui confidava Abramo era il Dio dell’impossibile.
“Le cose impossibili agli uomini, sono possibili a Dio” (Luca 18:27)

                
               

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