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 La profezia






Così dunque, profetizzò il profeta delle Vie Misteriose:
«La terra della Saggezza, perla dei regni, splendore orgoglioso dei pianeti, sarà sconvolta di distruzione come Kepler e Moha! Non sarà abitata mai più né popolata, di generazione in generazione.
L’esploratore non vi pianterà la sua tenda né i viandanti vi faranno sosta. Ma vi si stabiliranno le orde selvagge, le Ombre di Dragon il mentitore riempiranno le vostre case, vi faranno dimora i Visitors senza onore, danzeranno nelle vostre stanze i Nomadi dello Spazio. Urleranno le bestie feroci nei vostri palazzi, gli sciacalli delle orde delle Sette Lune Nere nei vostri edifici lussuosi.
La tua ora si avvicina, i tuoi giorni non saranno prolungati!» 
  
«Una sentenza di morte merita quest’uomo!» sentenziò il Saggio Maestro alzandosi dal suo scranno, turbato da quelle tragiche parole!
«Perché hai profetizzato sciagure contro la nostra terra?» 
«I dolori che hai profetizzato si abbatteranno sulla tua casa!» 
Il popolo e tutti i suoi cittadini lo accusarono di essere un profeta di sventura, un nemico che portava sciagure intorno alla grande città della Terra della Saggezza, una delle città più rinomate delle vie infinite, famosa per la sua saggezza.


 LA CITTÀ DEI SAGGI 
La città della saggezza, perla dei pianeti allineati, era protetta da una cinta di mura difensive esterna e da tre mura interne, una doppia cinta muraria che racchiudeva il potere e la forza Aliena della città.
 Il lago che circondava la città era una parte integrante del paesaggio, non solo era stato un capolavoro del progetto della costruzione della città, ma costituiva un’importante riserva di approvvigionamento d’acqua tramite le varie condotte che da esso dipartivano, alimentando i vari acquedotti della città.
 La fortificazione interna era interrotta dalla presenza di dieci porte con l’effige della forza aliena, due ali spiegate di un’aquila che vola sopra un sole.
 La Porta del Supremo era l’ingresso da cui si dipartiva la via dei saggi che conduce direttamente al Decagono, passando accanto al Palazzo Meridionale del gran Maestro, fino al centro militare della città.
La porta era parte integrante del sistema difensivo del circuito di mura interne della città.
Inizialmente, la porta era stata decorata con le teste dei re vinti come segno di forza e invincibilità del pianeta dei saggi, una volta opportunamente messi in opera, creavano un effetto travolgente su chiunque venisse a visitare la città dei saggi dagli altri pianeti.
 Erano impressionante nel vedere quelle teste senza corpo, ma erano un monito ai nemici della saggezza.
 La via dell’espiazione era la processione che si svolgeva due volte all’anno attraverso la città, esaltando il potere e la magnificenza della città, del Supremo e dei Trenta Saggi.
 In un secondo tempo, in seguito ai lavori di restauro del Decagono del Palazzo Meridionale del Supremo, la porta del gran Maestro venne modificata con l’ampliamento di candele d’incenso, dando un’impronta della santità del luogo e della divinità del Gran Maestro, dove l’accesso era consentito solo ai seguaci della via dell’espiazione, dopo avere espiato le loro colpe ed essere stati purificati dalla mancanza di saggezza.
Solo in quella occasione, la Porta del gran Maestro si apriva, facendo intravedere ai pellegrini l’interno della sala dove si stagliavano le figure a rilievo di pianeti e soli, di stelle e lune, sopra di esse la figura maestosa del gran Maestro vestito di colore bianco e celeste, con un suggestivo effetto di luci che dalla porta si espandeva per tutta la via dell’espiazione.
 I pellegrini si incamminavano dal passaggio del palazzo fino all’interno della città, in direzione del tempio del Supremo, tutto il percorso viene ricordato “della festa delle tre lune”, nella quale il Maestro vedeva riconfermato il suo potere e la benevolenza della sua saggezza.
 Il Palazzo del Decagono era al contempo la sede del potere della saggezza e il centro del culto religioso; durante la festa delle tre lune, i trenta saggi, il gran Maestro e il comandante della flotta della saggezza Eleirbag, percorrevano in testa il corteo, fino a giungere nel tempio del Supremo dove si celebrava la vittoria di Eliarbag il saggio, sulle forze aliene del male.
I Trenta Saggi erano i protagonisti della festività, il tempio del Supremo e il palazzo del Decagono erano gli epicentri ideologici della città.
 Percorrendo interamente la via dell’espiazione, una stele di pietra datata all’inizio della creazione della città dei saggi, recava incisa la mappa del pianeta della saggezza, simbolicamente posto al centro dell’universo.
Erano trascorsi circa sessanta milioni di anni dai nostri giorni, quando nella galassia nata dalle fusioni con circa un miliardo di stelle, il pianeta dominava questo particolare angolo dell’universo chiamato Terra della saggezza.
Nel frattempo, il sole stava terminando il ciclo della sua esistenza, ma un nuovo sole, secondo il progetto Genesis, si sarebbe acceso per la prima volta sul loro pianeta.
 Il loro mondo era al centro dell’interesse dei popoli Alieni, non solo per il prestigio di cui esso godeva nello spazio, per la loro saggezza e sapienza, ma anche per la sua maestosità, per il grande numero di magnifici edifici, i trofei di guerra Aliena portati come trofei dalle numerose battaglie.
 Situata tra le Torri delle dieci lune, attraversata da due fiumi, era circondata - nel periodo del movimento lunare - da otto pianeti, difesa da una doppia cinta di mura costruite con speciali leghe come l’acciaio.
La città aveva cinque grandi porte, ognuna delle quali era dedicata a una divinità Aliena.
 La più famosa, la porta di Ishtar, era la descrizione di una dea protettrice della terra della saggezza, era una porta doppia in quanto attraversava due mura, fiancheggiata dalle due torri avanzate e da vani che si aprivano all’interno delle mura stesse, che servivano da corpo di guardia.
Veniva attraversata, nella ricorrenza della Festa delle Lune, dai viandanti dello spazio che si dirigevano verso il Tempio della dea Ishtar, protettrice dei popoli del Cosmo.
La porta principale era fiancheggiata da altre due porte minori, che servivano da entrate secondarie per le varie delegazione degli esploratori dello spazio, ed era decorata con draghi e tori smaltati.
La città era divisa in almeno quattro quartieri, si distingueva la città vecchia, interna rispetto alla nuova e situata a destra del grande lago artificiale.
Le strade principali erano più di duemila e vi erano, inoltre, mille strade militari per le manovre.
Nelle strade si trovavano numerosi piedistalli e pedane per le statue con simboli degli dei, a est della città si contavano centinaia di altari dove erano raffigurati tutti i saggi sacerdoti dell’era passata.
C’era anche una grande statua che raffigurava un Dio Alieno con la scritta: “Al dio alieno sconosciuto”.
Oltre cento i templi degli dei Aliens maggiori, e altre duecento cappelle per gli dei minori.
Le comunicazioni con gli altri pianeti dei Fratelli della Costellazione erano assicurate da un grande ponte che sovrastava tutta la città con travi di acciaio in rinforzo, su di esso passava la famosa strada della Riflessione, dove si tenevano le processioni del popolo e dei sacerdoti durante le loro funzioni religiose.
Il tempio più importante della città, il Tempio dell’Illuminato delle Stelle, era quello dedicato alla dea Maxshella venerata come la dea Saggista, colei che era in possesso delle chiave della saggezza.
 Aveva una forma di pianta ovale, con la cella di cristallo che conteneva la statua della dea, cavalcava su un carro di fuoco che guidava in battaglia contro i nemici della saggezza.
La torre di Ziqquart, chiamata anche Eternità, Torre del cielo e della Terra, si ergeva maestosa su un alto colle della città come simbolo di potere e della grandezza Aliena.
 Altro tempio famoso era il Pantheon edificato fuori della cinta delle mura, al quale conduceva la strada processionale che passava sotto la porta di Venere.
 Qui si svolgeva, principalmente ogni primavera, la festa della Ecatesie, erano feste in onore della dea lunare Ecate considerata anche protettrice della gioventù saggista.
Esse si celebravano nella Terra della Saggezza ad ogni luna nuova, quella che era la festa più importante dell’anno e durava dodici giorni.
I palazzi più importanti erano Pilas, sede del regno del saggio Nestore, il palazzo d’estate e il grande palazzo di Festo.
Il Decagono, situato tra la strada processionale e il lago, conteneva la corte del governo, che serviva da salone di rappresentanza, e il cosiddetto alterco dove i re raccoglievano i tributi del bottino di guerra dei pianeti conquistati. 
Il palazzo d’estate, costruito da Nabturiss III fuori delle mura, era andato completamente distrutto, dalla sua posizione si godeva un’ottima vista sulla circostante campagna.
Il grande palazzo di Nabturiss III, da un lato era difeso dal lago e dall’altra da una massiccia fortificazione.

Il profeta proseguì con la sua oratoria carica di sventure:
«Il pericolo incombe sulle vostre terre a causa di un progetto pericoloso che alloggia nella vostra mente! Rinunciate al vostro folle progetto affinché possiate agire e comportarvi saggiamente, come è buona usanza del nostro popolo, mantenendo inalterato l’antico patto di pace dei nostri popoli!» 
«E tutto?» rispose il Maestro infastidito da quelle parole che mettevano in dubbio l’eternità della sua città.
Il vecchio non lo guardava nemmeno, fissava davanti a lui, il suo sguardo era in lontananza, in alto, verso le stelle del cielo che si vedevano attraverso il soffitto aperto del Decagono.
Il silenzio che seguì a questo scambio di parole divenne presto opprimente.
A romperlo fu la voce del valoroso comandante Eleirbag.


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